Nel corso dell’ultimo anno, il 37% delle famiglie italiane ha eseguito lavori di ristrutturazione o di miglioramento della propria abitazione, ma la propensione a intraprendere simili interventi per il prossimo anno si è notevolmente ridotta e solo l’11% ha dichiarato di voler investire in questo tipo di lavori, che subiranno anche aumenti dei costi. Lo rivela una ricerca condotta da Nomisma e presentata durante l’Assemblea Nazionale Angaisa (Associazione Nazionale Commerciali Articoli Idrosanitari, Climatizzazione, Pavimenti, Rivestimenti ed Arredobagno).
Secondo uno studio condotto dalla società di consulenza, 5 persone su 10 vivono in un condominio di 5 o più unità immobiliari, mentre 3 su 10 abitano in una casa singola. Circa la metà delle persone vive in appartamenti compresi tra i 70 e i 109 metri quadri. La ricerca ha inoltre rilevato che gli italiani sono prevalentemente insoddisfatti dei loro consumi energetici, con 6 persone su 10 che dichiarano di voler intraprendere interventi di efficientamento, un intervento che può avere effetto anche sulla valutazione dell’immobile.
La maggior parte degli interventi di ristrutturazione o di miglioramento sono stati eseguiti all’interno di un condominio con 5 o più unità immobiliari (54%), mentre solo il 39% è stato effettuato all’interno di una casa singola. Solo l’8% degli interventi ha riguardato le parti comuni condominiali. Secondo lo studio di Nomisma, il 64% dei proprietari che hanno intrapreso lavori di ristrutturazione si è orientato verso interventi di natura strutturale, con il 49% che ha mirato al miglioramento termico dell’edificio e il 30% che si è concentrato sulle strutture opache della facciata o dei balconi.
L’inflazione e l’aumento del costo del denaro stanno influendo sulle decisioni delle famiglie italiane in merito a investimenti sulla propria abitazione. Per il prossimo anno, solo il 4,7% degli italiani prevede di utilizzare il Superbonus, che con il Decreto-legge 18 novembre 2022 n. 176 verrà ridotto dal 110% al 90%. In precedenza, le famiglie interessate erano 1,8 milioni, mentre ora sono scese a 1,2. Secondo l’analisi, le prospettive per il futuro sono meno positive: solo il 3% delle famiglie italiane prevede di utilizzare il Superbonus al 70%, mentre solo il 2% lo prevede al 65%.
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